Quanto è social il nuovo Parlamento?
Tutti i numeri delle presenze social della XIX Legislatura
Articolo a cura di Greta Mosca con la supervisione di Pietro Raffa
- La XIX legislatura è la più social di sempre: il 92% dei parlamentari è su Facebook, il 76% su Instagram, il 74% su Twitter, il 40% su Youtube e il 13% su TikTok
- Facebook mantiene il proprio primato di social prediletto dalla politica italiana
- I parlamentari di Partito Democratico e Terzo Polo sono i più presenti sulle piattaforme anche se usciti sconfitti dalla tornata elettorale
- Partito Democratico, Terzo Polo, Noi Moderati e + Europa hanno il 100% dei propri rappresentanti eletti su almeno un social network, Forza Italia il 97%, Lega il 95%, Movimento 5 Stelle e Alleanza Sinistra Italiana e Verdi il 94%, e infine Fratelli d’Italia l’89%
- Le elezioni 2022 sono la riprova che i social non servono per vincere se non c’è una chiara e puntuale strategia comunicativa per utilizzarli
Il 13 ottobre si è insediato il nuovo Parlamento, il primo ad essere interessato dalla legge costituzionale 19 ottobre 2020 (n. 1) sul taglio dei parlamentari. La XIX legislatura, infatti, porterà con sé la novità di un ridotto numero di scranni da 945 a 600, di cui 400 a Montecitorio e 200 a Palazzo Madama, più 6 senatori a vita. A ciò si aggiunge che la tornata elettorale di settembre ha decretato un numero significativo di rieletti, confermando mediamente il 50% dei parlamentari, vedendo quindi debuttare nelle due ali del Parlamento circa 300 onorevoli.
Ma come si ripercuotono queste novità nell’universo social? Qual è l’impronta digitale dei nostri parlamentari? Ergo, quanto è social il nuovo Parlamento?
Con una percentuale inferiore al 6% di assenti dalle piattaforme (33 su 606), questo è indubbiamente il Parlamento italiano più social di sempre. Anche considerando i 52 anni di età media, confrontati con i 47 della XVIII legislatura che vantava un 84% di adesione social, il fatto che 573 onorevoli abbiamo almeno un canale è un dato oltremodo significativo. Da notare anche l’omogeneità delle due camere, entrambe con oltre il 94% di parlamentari sui social.
In termini di gruppi politici con la totalità di parlamentari presenti su almeno un social network dominano il Partito Democratico (108), Terzo Polo (30), Noi Moderati (9) e + Europa (2). Il partito con una minore presenza social, in proporzione al proprio numero di eletti, è il vincitore di queste elezioni 2022, Fratelli d’Italia con 163/184 figure, poco meno del 89%. Più o meno omogenee, invece, le percentuali dei gruppi rimanenti: Forza Italia 97% (60/62), Lega 95% (91/96), Movimento 5 Stelle e Alleanza Sinistra Italiana e Verdi 94% (rispettivamente 75/80 e 15/16).
Il dato su Fratelli d’Italia è interessante. Come il partito più votato dagli italiani (quasi il 26% alle urne) è anche quello con meno parlamentari presenti sui social? Le ragioni possono essere svariate ma una è quella più plausibile: la comunicazione, non solo elettorale ma più in generale politica di tutto il partito, è da sempre incentrata sulla figura di Giorgia Meloni. Figura sempre nella top 3 dei leader più performanti sui social, con una fanbase complessiva di oltre 6 milioni di follower e un engagement di 13 milioni.
Facebook difende il primato di social prediletto dalla politica nostrana seguito, a significativa distanza, da Instagram e Twitter quasi in pareggio, mentre chiudono la classifica Youtube e, novità di questa legislatura, TikTok. Nonostante l’analisi prenda numericamente in considerazione 606 parlamentari, un discorso a parte si potrebbe fare per i senatori a vita. Infatti, al netto di Elena Cattaneo completamente assente dai social, gli altri hanno prediletto Twitter e Facebook come unici canali da presidiare. Il più seguito è Mario Monti, Presidente del Consiglio dei ministri nel biennio 2011-2013, che nel 2012 ha aperto un account sia su Twitter che su Facebook, collezionando complessivamente quasi 400 mila follower.
Procedendo gradualmente, analizziamo step by step i 5 social più diffusi nel nostro Paese, per valutare la presenza dei nostri parlamentari su ciascuno di essi.
Complessivamente sono 555, il 92% del totale, i parlamentari presenti su Facebook, ossia il 93% dei deputati e l’89% dei senatori. Sono indubbiamente i numeri di adesione più alti, non solo confrontando i diversi canali ma anche rispetto alla legislatura precedente, quando sulla piattaforma era presente il 78% dei rappresentanti eletti. Nella top 3 dei gruppi politici complessivamente (considerando quindi entrambe le camere) più presenti su FB ci sono Terzo Polo (100%), Partito Democratico (98%) e Movimento 5 Stelle (93%) – classifica che trova conferma al Senato, mentre alla Camera vede la Lega (96%) superare di 3 punti percentuali i 5 stelle (92%). Parallelamente corrono 3 outsider: Fratelli d’Italia sulla piattaforma di Zuckerberg ha il proprio maggior numero di profili aperti 162/184; tutti i rappresentanti eletti di Noi Moderati e + Europa sono su questa piattaforma; e Facebook è il social sul quale le distanze percentuali tra partiti sono meno significative: i maggiori hanno il 100% mentre il minore, Alleanza Sinistra Italiana e Verdi, 88%.
Significativi sono anche i numeri di Instagram: il 76% dei rappresentanti eletti – 461 – ha un account. Questa è la piattaforma sulla quale sussiste lo squilibrio più significativo tra le due aule, con un 81% alla Camera e un 69% al Senato. Infatti, se complessivamente vediamo il Partito Democratico al primo posto (88%) distaccare di 7 punti la Lega (81%) al secondo e di 9 punti il Movimento 5 Stelle (79%) al terzo, la classifica si modifica considerando le differenti camere. A Montecitorio il Terzo Polo supera la Lega e declassa in 4° posizione i pentastellati, mentre a Palazzo Madama è il Partito Democratico a perdere posizioni ed essere superato dal Carroccio e dal Movimento. Precisiamo, infine, che tutti i parlamentari di + Europa e del MAIE hanno un profilo Instagram. È anche interessante notare come Instagram sia il social sul quale si è assistito ad una maggior crescita di presenza parlamentare rispetto alla tornata elettorale del 2018 quando il 57% dei rappresentanti non possedeva un profilo Instagram. E tra tutti sono i pentastellati ad aver modificato maggiormente il proprio approccio alla piattaforma – probabilmente comprendendone le potenzialità politiche – perché durante la XVIII legislatura solo il 38% aveva un account attivo e pubblico.
Twitter è il terzo social più utilizzato con 450 parlamentari attivi (74%). È un dato tendenzialmente abbastanza nuovo perché nella precedente legislatura era il secondo dopo Facebook, con il 66% di rappresentanti eletti aventi un account. Dunque la piattaforma dei cinguettii non solo ha perso una posizione ma è anche quella che è cresciuta meno in termini percentuali di presenze. Questa perdita di appeal per i parlamentari può essere spiegata partendo da due considerazioni: in primo luogo, il partito vincitore, e quindi con il maggior numero di rappresentanti in Parlamento, è quello meno presente sul social con una percentuale del 62% (ergo 114/184) a oltre 5 punti di distacco dal secondo partito meno presente – il Movimento 5 Stelle (67% – 54/80) e a più di 31 punti percentuali dal più cinguettante, il Terzo Polo (93% – 28/30). In secondo luogo, prendendo in esame i profili creati ex novo per questa tornata elettorale, ossia quelli aperti tra giugno e settembre 2022, il tasso più significativo si registra su Instagram, ossia la piattaforma che ha superato Twitter per la prima volta. È opportuno aggiungere una considerazione sulla maggioranza di governo: al netto di Fratelli d’Italia, Twitter è il social sul quale al Senato Forza Italia e Lega hanno una presenza più rilevante con 12/18 il primo e 24/29 il secondo. Tra i top 3 di Twitter troviamo Terzo Polo, Partito Democratico (92% – 99/108) e Noi Moderati (89% – 8/9).
Unico dato rimasto immutato tra la XVIII e la XIX legislatura è quello di Youtube. In entrambe le occasioni i parlamentari con un canale sono il 40% del totale, ora 240 su 606. Al netto della pressoché assoluta omogeneità in termini numerici tra le due aule, ci sono un paio di rapide osservazioni da fare: innanzitutto la maggior parte dei profili è stata aperta attorno al 2013, anni del boom della piattaforma, che quindi potrebbe aver ben poco a che fare con la presenza o meno di questi politici in Parlamento; inoltre solo 13 di questi 240 canali ha una fanbase maggiore a 1.000 iscritti presentando complessivamente una media di 53 follower; e infine abbondano i profili inattivi o aggiornati a intermittenza (+45%) e sono solo 6 quelli creati con una parvenza elettorale, quindi da giugno 2022 ad ora.
Infine abbiamo TikTok, piattaforma scoperta dalla politica nostrana principalmente nell’ultimo anno e, anche per questo, quella ad ora meno frequentata dai nostri parlamentari. Sono infatti 78 i rappresentanti eletti (13%) ad aver aperto un proprio profilo TikTok, prima o dopo la tornata elettorale, e principalmente si tratta di leader di partito o parlamentari giovani e un requisito che appare fondamentale è essere presenti anche su tutti gli altri social. Se consideriamo la nostra top 3, notiamo non solo come le percentuali siano molto basse ma anche come i numeri più elevati siano per i partiti che hanno uno o più dei propri leader sulla piattaforma: al primo posto il Terzo Polo (con 8/30 – compresi Matteo Renzi e Carlo Calenda), al secondo il Movimento 5 Stelle (21/80 – con Giuseppe Conte), e al terzo Forza Italia (9/62 – compreso Silvio Berlusconi). Anche in questo caso i canali sono molto meno seguiti rispetto agli altri social network, soprattutto se escludiamo i leader – per i quali si superano tranquillamente anche le centinaia di migliaia -, mostrando fanbase mediamente poco superiori a 400 follower. Due sono i grandi outsider che corrono in parallelo: Soumahoro Aboubakar per l’Alleanza Sinistra Italiana e Verdi (31.7 mila follower) e Alessandro Zan per il Partito Democratico (22.9 mila follower), appartenenti entrambi a gruppi politici senza leader sulla piattaforma e con percentuali basse di rappresentanti eletti presenti su TikTok.
Tra tutti i canali, Instagram è quello sul quale sono stati recentemente aperti un numero maggiore di profili in vista della tornata elettorale, rispettivamente 34 al Senato e 28 alla Camera. Probabilmente ciò è dovuto al fatto che Instagram è stato a lungo sottovalutato dalla politica e considerato un social per il puro intrattenimento, a differenza di Twitter da sempre bolla di un determinato pubblico, e Facebook vetrina adatta anche al micro-targeting e ancora oggi la migliore piattaforma, in termini di performance, sulla quale sponsorizzare contenuti politici. Se su Twitter i nuovi profili creati sono meno di una ventina (9 senatori e 7 deputati), Facebook rivela una polarizzazione piuttosto netta tra Senato e Camera: nel primo la maggior parte dei senatori (195 su 200) aveva giù un proprio profilo, mentre nella seconda 33 onorevoli hanno aperto nuove pagine tra giugno e settembre.
Complessivamente dalla nostra analisi si evince come il centrodestra non spicchi particolarmente su nessuna piattaforma per presenza social. Infatti, eccetto Forza Italia su TikTok – grazie a Berlusconi – nessuno dei tre partiti maggiori della coalizione si trova mai nella classifica top 3 per numero di parlamentari. A difendere la posizione è invece il gruppo più ridotto, Noi Moderati, i cui rappresentanti eletti sono presenti quasi tutti su tutti i social network. A dominare i social in termini numerici sono invece Terzo Polo, Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, dunque i gruppi all’opposizione. Questi dati, sicuramente non scontati e dalle differenti interpretazioni, confermano la teoria che ci troviamo spesso a ribadire: i social non bastano a se stessi ma è indispensabile saperli usare veicolando i contenuti corretti ai pubblici ideali, dunque ricoprono un ruolo chiave solo se usati all’interno di una chiara e pianificata strategia comunicativa.
* Si precisa che la raccolta dei dati social è terminata il 24 ottobre 2022, dunque eventuali variazioni – come nuove aperture, chiusure o privatizzazioni degli account – successive a questa data non sono presenti nella ricerca. Qualora gli onorevoli parlamentari della Repubblica volessero attenzionare alla redazione di MR & Associati l’apertura di un proprio nuovo canale social non esitino a contattarci.