Immigrazione: le strategie narrative dei partiti sui social
Il tema dell’immigrazione nel nostro Paese, da sempre in cima all’agenda politica e mediatica, ha ricevuto un’attenzione particolare negli utili mesi: l’incremento dei flussi migratori ha di fatto spinto media e istituzioni a rivolgere con maggior insistenza i propri riflettori sul fenomeno e il Governo a varare nuove norme per contrastarlo. L’ultimo inasprimento dei toni è seguito alla decisione della giudice Iolanda Apostolico di negare, per la prima volta, l’applicazione del Decreto Cutro – frutto del lavoro del Governo dopo il naufragio a largo delle coste di Steccato di Cutro, in Calabria – che consentirebbe di trattenere i richiedenti asilo provenienti da Paesi sicuri (come è considerata la Tunisia) in attesa del completamento delle procedure di frontiera. All’atto, accolto con forti e polarizzate reazioni da tutto l’emiciclo, sono anche seguite alcune polemiche da parte della maggioranza per la diffusione di immagini inedite risalenti al 2018 che ritraevano la magistrata protestare contro Matteo Salvini, allora Ministro dell’Interno, e la decisione di trattenere dei migranti su un’imbarcazione della Guardia Costiera a largo delle coste di Lampedusa.
Il costante interesse e la significativa crescita dei volumi del dibattito tematico degli ultimi tre mesi hanno spinto FB Bubbles, divisione di FB&Associati specializzata in analisi del dibattito pubblico e strategie di advocacy, a condurre un’analisi (*) sull’approccio comunicativo adottato sui social dalle differenti forze politiche, per comprenderne le sfumature linguistiche e il tone of voice.
Fisiologicamente, come partito del leader al Governo, è Fratelli d’Italia il gruppo politico più prolifico, e in particolare gli esponenti Isabella Rauti e Riccardo De Corato con 35 contenuti a testa. Ma è la presidente, Giorgia Meloni, a pubblicare il post più performante, un video TikTok da Palazzo Chigi volto a spiegare le misure messe in atto dall’esecutivo per rispondere alle esigenze migratorie.
E proprio a guisa di giustifica del modus operandi governativo, l’analisi semantica delle uscite social rivela che i rappresentanti di Fratelli d’Italia preferiscono utilizzare un registro linguistico forte, a tratti aggressivo, nei confronti del fenomeno migratorio. Dopo la parola Italia (210 menzioni), spiccano i termini clandestino e clandestina (rispettivamente 196 e 94) – tendenzialmente preferiti a migrante (174) – accostate a verbi come contrastare (106), fermare (90), bloccare (38), legati all’idea di difendere (40) il confine (38) nazionale dall’immigrazione illegale (99).
Restando nella sfera della maggioranza, tra le fila della Lega di Matteo Salvini, l’autore più attivo sui social è proprio il leader del Carroccio, con 29 post. Nelle ultime settimane, il partito è stato interessato soprattutto dalla questione delle ONG che battono bandiera tedesca, ed è proprio su questo sottotema che troviamo l’uscita più performante in termini di engagement pubblicata dall’On. Domenico Furgiuele su YouTube.
Anche nella Lega, il termine clandestino (47) registra un gran numero di menzioni, ma inferiore questa volta a migrante (75), la parola più frequente nei contenuti tematici. Ricorrenti nel vocabolario social leghista sono anche termini come difendere o fermare, accompagnate però – lo si diceva prima – dalla questione delle ONG (27) e della Germania (19) accusata di finanziare (35) le loro attività.
Si distingue il terzo partito alla maggioranza, Forza Italia. Nella sua wordcloud la parola affrontare (15 menzioni) è di poco superato dal concetto di lavorare (16), a sua volta legato a un’idea di Paese (18), Italia (23) e di governo (18) che dovrebbe coordinarsi ed essere supportato dall’Europa (13 menzioni).
L’autore più prolifico in Forza Italia sul tema dell’immigrazione è il deputato Flavio Tosi, con 7 contenuti su Facebook e Instagram, mentre la più apprezzata è Licia Ronzulli con un post che celebra il raggiunto accordo in Europa sull’immigrazione.
Passando alle principali forze di opposizione, il Partito Democratico ha parlato di immigrazione con un tone of voice molto diverso. L’esponente più attivo online sul tema è Laura Boldrini – con 31 contenuti tra Facebook, Instagram e X – seguita a stretto giro dalla Capogruppo dei democratici alla Camera, Chiara Braga. L’Onorevole Braga è anche autrice del contenuto dem più seguito, un video su YouTube del suo intervento a RaiNews nel quale spiegava come “l’immigrazione vada affrontata cercando soluzioni vere non inconsistenti”.
Migrante, con 209 menzioni, è in assoluto il termine che compare più spesso nella comunicazione social sull’immigrazione, seguito da governo (112 menzioni) e destra (62), accusati entrambi di non essere in grado di affrontare (54) o gestire (48) il problema (30). L’esecutivo è accusato dal PD di incapacità (25) e di condurre, per lo più, una propaganda (34) che porterebbe solo ad un fallimento (40), ad un disastro (20).
Sul fenomeno migratorio, la comunicazione del MoVimento 5 Stelle è molto simile a quella dem: viene attaccato apertamente il governo (141 menzioni) ed in particolare la premier Meloni (che nelle varie declinazioni del suo nome e ruolo supera largamente le 200 menzioni), la cui strategia per affrontare l’immigrazione si sta dimostrando un fallimento (51). Particolarità del M5S: il binomio blocco navale compare ben 57 volte come una critica esplicita all’esecutivo per non essere riuscito a mantenere le promesse fatte in campagna elettorale.
Il rappresentante pentastellato che si è espresso maggiormente sul tema è l’ex Presidente del Consiglio e leader 5Stelle Giuseppe Conte, con 37 contenuti social, e per poco non è sua anche la pubblicazione con il maggior engagement – lo sono comunque il secondo e il terzo. Il primato spetta al video pubblicato il 24 agosto su TikTok dall’On. Vittoria Baldino, nel quale la deputata richiama proprio le promesse fatte dal centrodestra all’opposizione e non mantenute una volta salito al Governo.
Da ultimo, nell’ormai ex Terzo Polo di Azione e Italia Viva, l’autore che ha prodotto più contenuti sul fenomeno migratorio è Carlo Calenda, che tra Facebook, X e Instagram menziona la issue 43 volte. Sebbene Calenda abbia pubblicato un notevole numero di contenuti sul tema, distanziando qualsiasi altro politico, appartengono a Davide Faraone, deputato di Italia Viva, i due post più performanti dell’area centrista. Il primo di questi, pubblicato su TikTok, è il video di un suo intervento al programma di Rete4 Dritto e Rovescio in cui l’Onorevole accusa la maggioranza di “stare trasformando l’Italia nel campo profughi d’Europa”.
Al contrario rispetto alla maggioranza e agli altri due partiti d’opposizione, i toni dell’ex Terzo Polo sono molto più pacati: anziché di fallimento, i moderati parlano di difficoltà (8 menzioni) o semplicemente di problema (21), definito complesso (6) e difficile (5) da risolvere. Il governo (30) e alcuni dei suoi esponenti (Meloni viene menzionata 27 volte e Salvini 15) sono richiamati spesso ma di rado attaccati direttamente. Gioco forza il posizionamento centrista, non stupisce che le menzioni di destra e sinistra siano esattamente le stesse (9).
L’analisi della comunicazione dei partiti politici italiani sul fenomeno dell’immigrazione offre uno spaccato interessante delle diverse prospettive e strategie narrative adottate: da un lato, emerge chiaramente come i partiti della maggioranza puntino sull’uso di termini associati ad azioni di contrasto e difesa dei confini nazionali per giustificare le proprie azioni e il proprio lavoro, spingendo su un senso d’urgenza.
Dall’altro, nel panorama dell’opposizione abbiamo tre diverse visioni. Il Partito Democratico e il MoVimento 5 Stelle convergono nel criticare il governo, ma con approcci diversi. Il PD adopera un tono critico sull’efficacia dell’esecutivo, accusando di incapacità e di una comunicazione spesso propagandistica. Il M5S, invece, si concentra sull’idea di un Governo incapace nel mantenere le promesse fatte in campagna elettorale, ma con un’attenzione particolare ad una sotto-issue specifica, il blocco navale. Del Terzo Polo, si evidenzia infine una comunicazione più moderata, con una tendenza a evitare attacchi diretti e a enfatizzare la necessità di soluzioni pragmatiche.
L’analisi delle sfumature comunicative adottate dalle differenti anime politiche sul tema immigrazione riflette la complessità e la diversità di opinioni e strategie presenti nel panorama politico italiano, un panorama spaccato, evidentemente, non solo da un punto di vista politico e ideologico ma anche comunicativo, confermando nella comunicazione uno strumento perfetto, apparentemente indiretto, per veicolare idee e valori con obiettivi propagandistici ed elettorali.
(*) L’analisi ha considerato un periodo limitato nel tempo, dal 1° agosto al 10 ottobre, estendendo la ricerca a circa 4.000 stakeholders politici italiani tra rappresentanti del Governo, parlamentari della XVIII e XIX Legislatura, amministratori regionali e locali delle principali città del nostro Paese.