#Caroaffitti, la protesta delle tende online
La “protesta delle tende”
Da Milano a Roma, da Napoli a Padova, la “protesta delle tende” – così è stata ribattezzata – è ormai dovunque in Italia, non c’è polo universitario che si salvi anche se forse qui le Università sono le uniche davvero innocenti.
A dare il via alle manifestazioni è stata Ilaria, una studentessa del Politecnico di Milano che, ai microfoni di “Un terrone a Milano” – alias Stefano Maiolica (@unterroneamilano), ragazzo che da anni racconta online le vicissitudini dei fuorisede nel capoluogo lombardo – ha spiegato: “Non ce la facevo più a fare la pendolare e, siccome siamo messi così in tantissimi, pensavo che mettere una tenda davanti al rettorato del politecnico potesse smuovere un po’ gli animi […] Non l’ho fatto solo per me stessa, perché è vero: io potrei fare la pendolare con un po’ di sacrifici, ma ci sono tantissime persone che vengono da altre città e non potrebbero mai farlo […] Se io posso migliorare le cose per me stessa e per gli altri lo faccio perché lo trovo giusto”.
Il suo grido d’aiuto non è rimasto inascoltato. Infatti, nei giorni successivi all’intervista, molti altri studenti sparsi per l’Italia hanno deciso di unirsi alla protesta e chiedere un cambiamento al Governo e alle amministrazioni locali, dormendo in tenda davanti la sede del proprio ateneo.
Stando ai dati forniti da idealista.it, ad aprile di quest’anno gli affitti erano aumentati rispetto all’anno precedente in quasi tutti i capoluoghi di provincia. E non solo al Nord, al primo posto infatti svetta Crotone che registra un aumento del costo degli affitti del 37,6%, seguita al terzo posto da Catanzaro. In generale, in tutta Italia, l’affitto medio al metro quadro è aumentato del 10,1% in un solo anno, arrivando a 12,50 €.
Il dibattito online
Come MR & Associati, abbiamo analizzato il dibattito online attorno al tema del “caroaffitti” e più nello specifico delle proteste di queste settimane, considerando non solo ciò che pensa l’opinione pubblica e relativi opinion maker, ma anche e soprattutto la politica italiana, chiamata dai cittadini a trovare delle soluzioni.
Il primo elemento da considerare è il picco che si è registrato attorno all’11 maggio tanto nelle ricerche dell’evento su Google quanto nella produzione di contenuti che menzionavano il problema del caroaffitti e le conseguenti proteste studentesche.
Sono circa 50 mila le menzioni del “caroaffitti” nell’ultimo mese, con un engagement di oltre 300 mila interazioni. Su Twitter, l’hashtag #caroaffitti è stato in tendenza per tutta la giornata del 12 maggio. A parlarne sono soprattutto i giovani, tra i 18 e i 34 anni, in sostanza i più colpiti dalla vicenda.
Il contenuto più virale, e che conta il maggior numero di interazioni, è un tweet di Michele Boldrin (@micheleboldrin), economista molto vicino agli ambienti operaisti e della sinistra radicale, che attaccando il Partito Democratico, scrive: “Invece di regalare 110+ miliardi ai ricchi e agli intrallazzati, con i soldi del #PNRR potevate costruire 50 campus di livello internazionale in aree a bassa congestione. Avreste risolto il #caroaffitti universitario e iniziato a costruire una università di qualità per tutti. Buffoni. Dico anzitutto a voi, compagni del @pdnetwork!”. Il suo tweet ha ricevuto oltre 3.000 like e circa 450 condivisioni.
Non tutti, però, empatizzano con i giovani in protesta. La Zanzara (@LaZanzaraR24) – noto programma satirico di Radio24 che sul proprio canale Twitter conta oltre 220 mila follower – rilanciando una dichiarazione fatta da Cruciani in trasmissione, pubblica un tweet in cui si legge: “Non c’è nessuna Italia delle tende. Sono 4 esibizionisti nullafacenti. Hanno tempo da perdere. Invece di studiare, si mettono a fare quelle buffonate, quelle pagliacciate davanti all’università, invece di fare semplicemente i pendolari”. Un punto di vista, evidentemente, comune se si considera che il tweet viene ricondiviso 156 volte e supera il migliaio di like.
Ad occuparsi della questione in rete sono comunque soprattutto giornali e pagine di informazione. Molti di questi, tra l’altro, hanno scelto il mezzo più efficace per comunicare ai giovani: TikTok. Tra i più performanti troviamo Fanpage (fanpage.it), con un video pubblicato il 12 maggio, la Repubblica (la.repubblica), che il 9 maggio rilancia sulla piattaforma l’appello di Luca Pellegrini, studente della Sapienza, e Will Media (will_ita), che il 13 maggio riassume la protesta in un video.
Ma come hanno reagito i politici? Abbiamo raccolto le dichiarazioni di diversi rappresentanti e leader dei principali partiti politici italiani.
Alcuni di loro sono andati a incontrare gli studenti piantati davanti le università, come Giuseppe Conte e Carlo Calenda. I due leader pubblicano, il primo su Facebook e il secondo su Instagram, le foto dei loro incontri, in entrambi i casi scattate davanti l’ingresso della Sapienza a Roma. “La politica deve smetterla di parlare di giovani fannulloni, che non vogliono assumersi le loro responsabilità. […] mentre il Paese discute di denatalità e inverno demografico, la protesta coraggiosa di questi ragazzi spazza via la vuota retorica e pone il diritto all’abitare come primo passo per una piena autonomia. Li abbiamo ascoltati e continueremo a farlo. Intanto abbiamo condiviso alcune proposte utili a dare forza al loro futuro” ha scritto Conte lo scorso 12 maggio.
Il post del Presidente del MoVimento5Stelle riceve più di 2.000 condivisioni. Anche per questo non passa inosservato: Susanna Ceccardi, Eurodeputata della Lega, ripubblicando un commento di Sallusti a La7, scrive su Facebook: “Giuseppe Conte ha governato 4 degli ultimi 5 anni e si accorge ora del problema del caro affitti per gli studenti fuori sede? La Lega ha sbloccato più di 600milioni per le residenze universitarie, la sinistra ha ignorato il problema. Da Conte solo demagogia, il direttore Sallusti ha ragione da vendere!”.
Restando invece in tema di proposte, il segretario di Azione – dopo aver messo insieme alcuni numeri riguardanti il fenomeno: “Disponibilità alloggi universitari: 40mila vs numero di studenti fuori sede 570mila. Caro affitti medio: +20% in tre anni. 960 milioni stanziati dal PNRR per 60mila alloggi. Sono già stati acquisiti 8mila posti letto. La Legge di bilancio prevede il finanziamento di altri 14mila posti letto. Tuttavia, anche se consideriamo solo gli studenti fuori sede con ISEE inferiore a 24mila euro, parliamo di 290mila persone. Se anche realizzassimo tutti i progetti ci sarebbe ancora un deficit notevole.” – avanza le proprie: “Per questo proponiamo (da due anni) un contributo di 400 euro medio mese agli studenti fuori sede con ISEE sotto i 24mila euro. La misura avrebbe un costo inferiore a 1,2 miliardi.”.
Sulla questione, ovviamente, sono intervenute anche le istituzioni. Sui social è stata Anna Maria Bernini, Ministro dell’Università e della Ricerca, a farsi sentire, condividendo una sua intervista al Corriere della Sera: “Questo Governo, ad appena un mese dall’insediamento, ha stanziato quasi un miliardo di euro per il diritto allo studio: 500 milioni per le borse di studio e 400 per nuovi posti letto”.
Possibili provvedimenti?
La protesta ha scatenato una bufera dentro e fuori dalla rete, ma ha anche portato ad un cambiamento. O almeno così sembrava. Il Governo, infatti, dopo essere intervenuto sulla questione annunciando uno stanziamento di 660 milioni di euro dal PNRR nell’acquisizione di nuovi posti letto presso alloggi o residenze per studenti, martedì scorso ha ritirato l’emendamento. La maggioranza ha spiegato che si tratta di una misura cautelare per evitare il rischio di inammissibilità per estraneità alla materia, promettendo quindi di riprenderlo in un prossimo provvedimento.
Una mossa che è stata subito contestata dalle opposizioni. Pierfrancesco Majorino del Partito Democratico ieri ha twittato: “Ecco il governo #Meloni sul caro affitti: 1) dice di aver trovato 660 milioni ma erano fondi #PNRR che teneva fermi 2) non destina i fondi a misure strutturali ma rischia di destinarli solo ai privati 3) ritira l’emendamento che sbloccava i fondi. Che le elezioni son passate.”. Mentre Elisa Scutellà del MoVimento5Stelle ha scritto su Facebook: “Dopo aver annunciato di aver risolto, a loro dire, il #caroaffitti per gli studenti con lo sblocco di 660 milioni, il governo Meloni ha ritirato l’emendamento presentato al dl P.a. Quelle risorse, inoltre, non erano nemmeno nuovi stanziamenti ma già previste nel PNRR. Questo governo è imbarazzante, e continua a giocare sulla pelle dei cittadini più in difficoltà, questa volta è toccato agli studenti che chiedono che venga garantito il loro sacrosanto diritto allo studio e all’abitare.”.
È presto per sapere come andrà a finire, ma possiamo già dire che si è trattato di un primo successo per gli studenti: la loro protesta ha infatti scatenato un dibattito online di dimensioni significative, capace di monopolizzare prima l’agenda mediatica e poi di riflesso quella politica per diverse settimane. Ora non resta che aspettare.